Categoria: Probabilità

Bayes… chi? Un approccio alternativo ai test statistici

Immaginate di iniziare un nuovo lavoro e di dover guidare il primo giorno fino al nuovo ufficio. Non ci siete mai stati, ma sapete che è a fianco a una palestra che conoscete abbastanza bene, avendola frequentata in passato. Sapete che il tempo per arrivare alla palestra, a quell’ora del giorno, è di circa 30 minuti, anche se l’ultima volta è stata più di un anno fa (ahimè, avete poi smesso di andare in palestra, ma questa è un’altra storia). Oggi è il primo giorno di lavoro e state per decidere a che ora uscire di casa. Immaginiamo per un attimo di non avere accesso ai dati del navigatore. Cosa fate:

  1. Utilizzate le informazioni che avete a disposizione (per quanto obsolete) e pianificate per una durata del viaggio di 30 minuti circa?
  2. Oppure ignorate completamente quello che già sapete e provate a guidare il primo giorno scegliendo un orario di partenza casuale?

Ovviamente viene naturale scegliere la prima opzione, cioè sfruttare le informazioni già a disposizione, piuttosto che ignorarle completamente.

Bene, se siete d’accordo su questo, siete già a buon punto per utilizzare un approccio Bayesiano alla statistica.

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Diffidate dei ritardatari

Quando si crea un blog, una delle prime cose da fare è trovare un nome. Prima di scegliere il nome datastory.it, abbiamo valutato varie proposte, ma alcune di esse appartenevano a domini già occupati. Su uno di questi siti abbiamo trovato una frase che ci ha fatto rizzare quei pochi capelli rimasti in testa, e che recitava più o meno una cosa del genere: “Questo sito contiene un algoritmo capace di generare numeri per il gioco del Lotto che hanno una probabilità maggiore di essere estratti rispetto agli altri”.

Ecco, parole del genere suonano alle orecchie di uno statistico più o meno come una bestemmia suona alle orecchie di un prete. Avete mai sentito parlare di “numeri caldi” o “ritardatari”? Sicuramente si. Ebbene, vi possiamo garantire che questi numeri non hanno alcun senso e quindi non c’è nessun algoritmo capace di generare numeri più probabili di altri. Cerchiamo di capirne il perché.

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